Arrigo
Ex Carolina ex Liguria ex HeathercliffAnno costruzione: 1883
Cantiere: W.Hamilton & C. – Glasgow
Stazza: 505 tsl.
Motore: C.2 cy; 150 HP; J. Gilmour&C. – Glasgow
Armatore: Consorzio Navigazione a Vapore Ragusea
Equipaggio: 14
Porto di armamento: Trieste (A.U.)
è affondato il 31 ottobre 1894 a causa di una collisione.
Note storiche: La notte tra il 30 e il 31 ottobre 1894, in navigazione da Bari per Venezia entrò in collisione con il piroscafo ungherese Venezia al largo di Brioni. L’equipaggio fu tratto in salvo dal Venezia stesso; nessuna vittima. Sul relitto è chiaramente visibile il punto di impatto sulla murata di tribordo.
Curiosità: Il relitto è conosciuto come John Gilmour o Gilmore, in quanto in sala macchine era stata ritrovata la targa con il nome del costruttore del motore.
L’immersione: Essendo il relitto molto vecchio, si presente particolarmente colonizzato da ostriche e spugne. Le sue modeste dimensioni e la profondità non eccessiva, ci consentono di visitarlo tutto in un paio di immersioni. Da prua verso poppa… a prua ci imbattiamo subito in una grossa ancora di sicurezza che nel tempo ha sfondato il ponte e ora è incastrata tra le ordinate, a volte è proprio qui che troviamo la cima di discesa. Alla fine del castello di prua troviamo un curioso arco: il sostegno della campana. Attraversiamo la stiva di prua e arriviamo al castello di comando. La controplancia che era in legno è collassata, ma tra un grongo e un astice in mezzo alle ostriche possiamo riconoscere ancora l’alidada della bussola. Dopo il castello troviamo ciò che resta del camino (il camino è a fianco del relitto sul fianco sinistro) e subito dopo gli osteriggi della sala macchine. Qui i più esperti possono fare una penetrazione, sempre qui c’era la targa con il nome del fornitore del motore (John Gilmour) che ha permesso l’identificazione del relitto. Scendendo verso il fondo della sala macchine passando accanto ai vasi di espansione del motore a vapore, sulla parete verso poppa possiamo ancora vedere il ripetitore del telegrafo di macchina. Da uno squarcio nella paratia possiamo passare direttamente nella stiva di poppa, poi negli alloggi di poppa e infine risalire sul ponte di poppa dove fa ancora bella mostra la timoneria con il mozzo della ruota. Ritornando verso prua, sorvolando il relitto sul lato di destra possiamo fare l’ultima deviazione e scendere a osservare lo squarcio prodotto dalla collisione che ha provocato l’affondamento: si possono osservare le lamiere nettamente piegate dall’impatto.
Il relitto offre buoni spunti fotografici.