R.N. Cesare Rossarol
Tipo: esploratore leggero classe Poerio
Anno costruzione: varato 15.8.1914
Cantiere: S.A.I. Gio. Ansaldo e C. di Sestri Ponente.
Dimensioni: 85x8x2.78 m.
Dislocamento: standard 891 t. normale 1131 t.
Motore: 3 caldaie tipo Yarrow a tubi d’acqua; 2 gruppi di turbine tipo Belluzzo; 2 eliche a tre pale; 24000 HP
Velocità 30 nodi
Armamento: 6-102/35 mm
4 tubi lanciasiluri da 450
dotato di sistema per la posa delle mine
Equipaggio: n.d. ufficiali; n.d. sottufficiali e marinai
Proprietario: Marina Militare Italiana
Data affondamento: 16.11.1918
Causa affondamento: mina
Note storiche: Gli esploratori leggeri della classe Poerio vennero costruiti in contrapposizione agli incrociatori leggeri della classe “Spaun” della marina Austriaca. Affondò su mina mentre trasportava un ambasciatore a Fiume. Nell’incidente trovarono la morte 7 ufficiali e 93 tra sottufficiali e marinai
Curiosità: Dal rapporto del 3 dicembre 1918 del contrammiraglio Paladini al comando in capo della squadra di battaglia ed a quello dell’Armata navale, circa occupazione e situazione di Pola, si rilevano le seguenti sintetiche notizie:
….Ed il mio pensiero va in questa circostanza alle vittime del Rossarol, fra cui primeggia quella del compianto comandante De Filippi, che, stando ancora sulla plancia rovesciata, incuteva coraggio alla gente, dando consigli ed ordinando di buttarsi a mare e di non disperare essendo la terra assai vicina, e, che trovandosi poco dopo in acqua, munito di un comune salvagente, con il quale assai probabilmente avrebbe potuto mantenersi a galla, non esitò un istante a privarsene e farne dono ad un marinaio, che gli rivolgeva supplicante la preghiera di non abbandonarlo avendo moglie e figli esempio sublime di eroismo, di abnegazione, di sicura rinunzia alla vita per la salvezza dei suoi dipendenti.
Il relitto è spezzato in due parti, la prua è lunga circa 50 metri ed è perfettamente rovesciata con la coperta sul fondo e la chiglia verso la superficie. Proprio a contatto con la sabbia del fondo sulla prua si distingue perfettamente la stalla che contraddistingue le navi della Marina Italiana. Ovviamente la zona dello scoppio della mina è devastata, a stento si riconosce qualcosa, ma penetrando il relitto dallo squarcio verso prua si entra immediatamente nella santabarbara della nave e le rastrelliere di colpi per i cannoni da 110 sono uno spettacolo da non perdere. Il troncone di poppa invece è in assetto di navigazione e molto più corto, ma però è probabilmente uno dei più bei punti di immersione: cannone, lanciasiluri, tripla timoneria di combattimento e castello del telemetro di puntamento lì, in pochi metri… per fortuna che ci sono le macchine digitali perché una pellicola non basterebbe! Per chi ha lo scooter c’è anche la possibilità di collegare i due tronconi in una immersione seguendo come Pollicino la scia di detriti caduti dal relitto, ma è un percorso di 300m a 50 metri di profondità che richiede quindi una adeguata scorta di gas e una accurata pianificazione.