Flamingo - TB 26
ex FlamingoLa torpediniera austriaca SMB 26 (ex Flamingo) fu varata il 29 agosto 1889, affondò il 23 agosto 1914 a causa della collisione con una mina.
Costruzione: 29 agosto 1889
Tipo: Torpediniera UHU – Tipo Speber
Anno costruzione: 1888, varata 29.8.1889; completata 17.3.1890
Cantiere: Stabilimento Tecnico Triestino – Trieste
Velocità: 21 nodi
Proprietario: K.u.k. Kriegsmarine (Marina Militare Austriaca)
Equipaggio: 28
Note storiche: La TB “26” ex “Flamingo” nella notte dal 22 al 23 agosto 1914 navigava di vedetta a Est della linea Porer – Peneda quando venne scossa da una forte esplosione. Dalla falla non entrava troppa acqua, tanto che si poté tenere a galla la nave fino alle 3,30 di mattina. Il comandante fece calare la Jole e i mezzi di salvataggio. Ai segnali luminosi lanciati dalla Flamingo, rispose il forte di Verudella, comunicando che due Torpediniere si sarebbero messe in rotta per il salvataggio. Alle 3,30 la Flamingo iniziò ad affondare rapidamente e l’equipaggio abbandonò la nave. La piccola Jole fu presto ricolma. Scossi dal vento di bora e dal moto delle onde, molti membri dell’equipaggio non riuscirono a tenersi più a galla. Quando alle 8,45 apparvero le Torpediniere 20 e 30 poterono salvare solo il comandante e sei uomini. Il cadetto e dieci marinai erano annegati. Contro il comandante Linienschifleutnant Josef Konic venne fatta una inchiesta che fu chiusa per mancanza di prove certe al 4 dicembre del 1914. La causa dell’esplosione non venne mai completamente chiarita, ma si pensò che la Flamingo avesse urtato contro una mina liberatasi da qualche campo minato A.U. Rimase anche poco chiaro il perché le due torpediniere di soccorso avessero impiegato da Pola ben sei ore per giungere al luogo dell’incidente.
Curiosità: Fino al 1910 le torpediniere portavano un nome, da quella data in poi solo un numero. La SMB 26 è unico esemplare esistente, tutte le altre vennero suddivise dopo la guerra tra i vincitori e demolite tra il 1920 ed il 1927.
Il relitto giace in assetto di navigazione, in direzione 200° bussola. In origine aveva una lunghezza di 39 metri , l’affondamento è avvenuto di poppa con la distruzione della stessa fino alla paratia della sala macchine. Arrivando sul relitto, infatti, si nota a poppa uno strano arco che altro non è che l’albero dell’elica e, infatti, se si va “spolverare” la base dell’arco si trova ancora l’elica. La parte di relitto ancora visitabile è ora ridotta a circa 26 metri di lunghezza. La zona prodiera è ancora integra abbastanza integra e fa bella mostra di se la torretta di comando (che per molto tempo inganno i sub facendo credere che il relitto fosse un sommergibile) e il tubo lanciasiluri di prua. Un relitto piccolo e malconcio, ma sicuramente interessante storicamente. Non può mancare nel divelog di un “relittaro” che si rispetti.